perché, quando                                  modalità                             orientamenti

ORIENTAMENTI   PSICOTERAPEUTICI

 

Ci sono moltissimi orientamenti psicoterapeutici. Nella pratica non ci sono sempre confini rigorosi tra i vari approcci; spesso tecniche di un orientamento possono venir utilizzate all’interno di altri approcci. 
 
Qui di seguito diamo una brevissima descrizione di alcuni di essi:  
 


ANALISI  TRANSAZIONALE

L’analisi transazionale si è sviluppata grazie alle conoscenze della psicanalisi, alle teorie di apprendimento e agli elementi della psicologia umanistica, maturando metodi indipendenti dotati di chiare diagnosi e di concreti protocolli di trattamento. Il fautore di questa teoria è Eric Berne. 
 
L’analisi transazionale si distingue anche grazie ad un linguaggio comprensibile e si occupa:
-  dei comportamenti umani e dei modelli linguistici e di pensiero
-  di come le teorie di comunicazione vengono applicate tra le persone
-  delle teorie dell’origine e dello sviluppo delle strutture della personalità
-  della causa e delle funzioni dei disturbi psicosomatici
 
Obbiettivo della AT è studiare e rendere espliciti i modelli di comportamento delle persone, che generano transazioni (relazioni). 
 
Le transazioni, le parole che una persona dice ad un'altra come per esempio “Buon giorno”, possono causare sentimenti piacevoli o sgradevoli e dar vita a determinate conseguenze .
Sull’esame di queste esperienze piacevoli/spiacevoli relative agli incontri umani E. Berne sostiene che le persone in particolari momenti ed in determinate situazioni, che egli definisce condizione di IO, pensino, percepiscano ed agiscano in un modo del tutto prevedibile.
 
I tre stati dell’IO secondo Eric Berne: 
Nell’IO-Genitore la persona memorizza i modelli di comportamento e di autorità che vengono appresi fino all'età di sei anni. 
L’ IO-Adulto si trova in uno stato di neutralità, sicurezza, saggezza ed obiettività.
L’IO-Bambino contiene molti sentimenti quali: spontaneità, gioia di vivere, paure, comportamenti aggressivi, elementi del tutto naturali in tutti i bambini.
 
Queste tre condizioni di IO possono in ogni persona essere marcate in modo fortemente diverso. 
Qualche volta quando una condizione viene repressa, le altre due si trovano in conflitto.
Una persona adulta equilibrata deve disporre di tutte e tre le condizioni di IO e solo così può agire in modo adeguato in ogni situazione.
Lo scopo dell’analisi transazionale è che l’IO-Adulto dei pazienti si rafforzi, fino a permettere loro di trovare ed esercitare modalità di vita più realistiche ed equilibrate. 




IPNOSITERAPIA

L’ipnositerapia è un termine ampio che indica l’utilizzo dello strumento “ipnosi” all’interno del trattamento psicoterapico, che può essere quasi di qualsiasi orientamento. 
 
Tra le varie modalità di ipnositerapia, quella che rappresenta la forma più evoluta dell’ipnosi classica, è quella sviluppata da Milton Erickson. 
 
In questo tipo di ipnositerapia viene utilizzata l’induzione della trance e la suggestione, al fine di attivare forze ed energie che sono localizzate all’interno del paziente.
Nell’inconscio di ogni persona giacciono una moltitudine di esperienze, capacità ed energie, che non sempre sonno direttamente accessibili e sfruttabili, ma che attraverso l’ipnosi possono essere attivate ed utilizzate per scopi terapeutici.
 
Questa terapia permette quindi oltre al trattamento dei disturbi nevrotici come fobie e depressione, anche quello di particolari categorie di disturbi in particolare quelli psicosomatici, per i quali la terapia tradizionale non possiede efficaci protocolli di trattamento.




PSICANALISI

Agli inizi del 1900 Sigmund Freud sviluppò i principi base della psicanalisi nella sua prassi come neurologo e psichiatra.
La sua conoscenza dell’esistenza dei fenomeni inconsci e il trattamento delle malattie mentali divenne la premessa più importante per lo sviluppo della psicoterapia nelle sue forme più svariate.
La sua scuola diede vita a numerose scuole di psicologia. Fra i successori più famosi ricordiamo C.G. Jung e Alfred Adler.
 
L’orientamento psicanalitico si occupa:
-  dei motivi inconsci che generano particolari comportamenti;
-  delle modalità e dei motivi mediante i quali le persone imparano a percepire se stessi ed il mondo e a reagire;
-  delle paure e dei blocchi che impediscono di sviluppare e modificare il corso dell'esistenza.
 
La terapia individuale prende soprattutto in considerazione l’età infantile, dove si crea il rapporto fra genitori e bambini, e dove vengono a formarsi situazioni disfunzionali che in seguito complicheranno la vita.
 
Lo psicoterapeuta interpreta libere associazioni, sogni e reazioni del paziente nei confronti del terapeuta. Egli lascia poi decidere al paziente se intraprendere un processo di analisi di questi eventi in modo da poter diventare consapevole dei propri fenomeni inconsci, delle emozioni attuali e delle proprie modalità comportamentali.




RATIONAL  EMOTIVE  THERAPY  (R.E.T.)

Quando particolari situazioni emotive scatenano paura, rabbia o depressione, secondo Albert Ellis questo è certamente il risultato di pensieri sbagliati, di un modo erroneo di percepire la realtà.
Sulla base di queste convinzioni egli ha sviluppato la “Rational emotive therapy”.
 
La RET analizza e distingue i pensieri in:
-  pensieri patologici irrazionali
-  pensieri razionali e ragionevoli.
 
Un esempio:
Il sig. X deve sostenere un importante discorso. Da tanti giorni è divorato della paura. Egli non è in grado di dormire ed è incapace di prepararsi per il discorso.
In ultimo si rassegna, con disgusto verso se stesso, alla depressione.
Il sig. Y è nella stessa identica situazione.
E’ un po’ preoccupato e pensieroso, ma si prepara come meglio può per il discorso.
 
La RET analizza come i pensieri determinati da particolari emozioni o modalità comportamentali agiscono.
 
Il sig. X forse pensa: ”Sarà una catastrofe quando sarò rifiutato durante il mio discorso. Questa situazione mi annienterà. Non riuscirò a sopportarla. Diventerò un fallito.”
Il sig. X è come paralizzato ed incapace di agire e di fare i preparativi necessari; reagisce in modo irrazionale.
Il sig. Y invece pensa: “Sarebbe un vero peccato se io venissi rifiutato durante il discorso”.
Perciò anch’egli si preoccupa, ma rimane nonostante tutto capace di agire, egli pensa in modo razionale.
 
Secondo queste prospettive le persone che soffrono di depressione si sentono spesso responsabili per questioni che vanno al di là del loro controllo. Tipiche dichiarazioni e pensieri di questa categoria di pazienti sono: “Non valgo niente, sono un fallito, nessuno si interessa a me. Tutto quello che faccio è sbagliato. Non riesco a portare a termine niente. Nessuno mi può aiutare.”
 
Nelle sedute di terapia viene analizzato il modo di pensare del paziente. 
-  Gli viene insegnato ad osservarsi in modo sistematico.
-  Impara ad accettare se stesso e a cercare le sue attitudini.
-  Impara a percepire tempestivamente l’insorgere di paure, depressione e rabbia e quindi può applicare strategie per superare le difficoltà.
-  Sarà in grado di cambiare i suoi primi pensieri e ottenere ciò che desidera dalla vita.




TERAPIA  CENTRATA  SUL  CLIENTE  (ROGERSIANA)

Questo tipo di terapia nacque negli anni quaranta negli Stati Uniti d’America grazie a Carl Rogers.
 
Il concetto di “terapia centrata sul cliente” si articola nei seguenti punti:
 
-  Nel punto centrale della terapia c’è il cliente con le sue esperienze soggettive e le sue modalità comportamentali, alle quali il terapeuta deve dare tutta la sua attenzione.
-  Il terapeuta crede nelle capacità della persona, di guarire attraverso se stessa il suo organismo, quando le condizioni adatte vengono create. Il cliente è fondamentalmente capace di occuparsi di se stesso, del suo benessere e del suo ulteriore sviluppo.
-  Il terapeuta cerca la genuinità, grazie alla quale all’interno del processo di terapia può far fruttare i suoi sentimenti e le sue abilità; la terapia viene così definita “Aiuta per aiutare te stesso”. 
-  Le esperienze ed i pensieri del cliente trovano nel terapeuta rispetto e comprensione, ed egli cerca di guardare il mondo con i suoi stessi occhi. Egli porta il suo sapere e la sua conoscenza come un offerta nelle sedute di terapia.
-  Cliente e terapeuta cercano una relazione di piena fiducia. Il cliente stabilisce all’inizio nel corso delle sedute di terapia che cosa è per lui importante. Generalmente, la qualità della relazione terapeutica si intensifica, nel momento in cui il cliente approfondisce l’esplorazione di se stesso.
-  L’obbiettivo del lavoro in comune è lo sviluppo dell’auto consapevolezza, della fiducia e del  valore personale.
 
Quando desiderio e realtà, le aspettative e le reali capacità della persona trovano un equilibrio, la vita viene percepita in modo realistico.
Questo è quello che Carl Rogers sosteneva essere una “persona vera”.




TERAPIA  COGNITIVO - COMPORTAMENTALE

Questo approccio si è sviluppato a partire dalle elaborazioni di A.T. Beck
 
La concezione su cui si fonda la terapia cognitivo-comportamentale fa pensare ad una “geniale” quanto semplice applicazione del principio di non render difficile il facile attraverso l’inutile. 
Beck afferma che moltissimi concetti e costrutti teorici e complicati modelli sono inutili. 
La concezione cognitivista è una enorme semplificazione ed un ritorno al senso comune ed alle verità che la stragrande maggioranza della gente condivide normalmente. 
 
Soprattutto non si deve trascurare secondo questo approccio che nel senso comune la cosa da fare nelle difficoltà è di spiegare gli errori e di dimostrare che un ragionamento non regge, e far sperimentare che la realtà è diversa. 
Egli elabora una teoria ed una pratica clinica estremamente agili, precise ed efficaci partendo dall’assunzione che i disturbi psicopatologici sono primariamente disturbi della sfera cognitiva, cioè delle funzioni del ragionamento, della valutazione e dell’apprendimento. 




TERAPIA  COMPORTAMENTISTA


La terapia comportamentista (da non confondere con “comportamentale”) si basa sui metodi e le conoscenze dell’indagine psicologica sull’apprendimento.
Questa prospettiva sostiene che le principali modalità comportamentali non sono innate ma bensì si apprendono. Così impariamo nel corso della vita molte abitudini positive, modalità di pensiero, di sensazione e di agire; possiamo anche recepire atteggiamenti negativi, che possono complicare e aggravare la vita in comune con altre persone.
 
All’inizio della terapia comportamentista paziente e terapeuta decidono:
-  le disfunzioni che hanno bisogno di essere risolte;
-  di fornire una spiegazione che indichi, perché il cliente ha adottato fastidiose modalità comportamentali e di rituali, e perché queste perdurino da così tanto tempo.
 
Questa terapia ha sviluppato una moltitudine di tecniche per ottenere il cambiamento dei comportamenti e delle abitudini. Il suo obbiettivo è di produrre cambiamenti. Le principali tecniche utilizzate sono:
-  desensibilizzazione sistematica, esposizione graduale e diminuzione delle paure tramite i metodi di rilassamento.
-  auto training per l'aumento della sicurezza, per diminuire le sensazioni di inadeguatezza, per il rinforzo dei sentimenti di valore e di fiducia, per il miglioramento delle capacità di contatto e comunicazione.
-  procedure di autocontrollo come aiuto spontaneo per la diminuzione di spiacevoli abitudini, comportamenti rituali.
-  training per la costruzione di nuove modalità comportamentali e per il superamento di situazioni spiacevoli attraverso il training intenzionale.




PSICOTERAPIA CORPOREA INTEGRATA 
BIOENERGETICA


La psicoterapia corporea integrata ha le sue radici nelle supposizioni teoriche e nella sperimentazione terapeutica di Wilhelm Reich e Alexander Lowen.
 
Essi collegano i concetti di psicologia profonda con elementi di bioenergetica, esercizi corporei della terapia della Gestalt e la terapia del respiro regressivo, costituendo un nucleo complessivo.
Si basano sulla convinzione che sentimenti, esperienze e fantasie represse blocchino la vita fisica e psichica.
Questi blocchi si manifestano per esempio in tensioni croniche, nella mancanza d’espressione corporea e nei disturbi psicosomatici. Si è afflitti da un’ampia varietà di sofferenze psichiche che ostacolano lo scorrere delle energie vitali.
 
Nel processo terapeutico vengono decifrate con l’aiuto della “memoria corporea” e dei “dialoghi corporei” le insoddisfazioni personali che conducono allo stato di malessere. L’accento viene posto sulle esperienze dell’età infantile, sul rapporto fra terapeuta e cliente, sulle esperienze emotive, fisiche e relazionali, e sull’elaborazione dei conflitti attuali e del passato.
 
Di basilare importanza è il dialogo fra terapeuta e cliente nel quale vengono scelti argomenti tecnici d’integrazione corporea, quali le modalità di respirazione, la struttura muscolare e vengono modificate le posture corporee inconsapevoli. 
 
Scopo della terapia corporea integrata è l’apertura ai diversi livelli delle realtà umane: le proprie sensazioni fisiche, l’espressione corporea, il proprio mondo interiore e la fantasia.
Queste integrazioni fra corpo e mente, fra sentimenti e cognizioni promuovono nuove modalità di percezione ed esperienze, e l’approvazione di se stessi e del mondo.


TERAPIA  DELLA  GESTALT 


La terapia della Gestalt fu fondata da Fritz Perls che considerava l’organismo umano come una totalità, nella quale mente e corpo non potevano venire scissi.
Soltanto un organismo che è in continuo contatto a livello inconscio con l’ambiente esterno è nella posizione di percepire i suoi effettivi bisogni e di soddisfarli.
Spesso però queste percezioni sono disturbate e quindi la terapia della Gestalt tenta di restaurarle .
 
Questa terapia prende in considerazione i retroscena ed anche le emozioni e le esperienze riferite a concrete situazioni di vita e familiari. Conflitti e qualche spiacevole esperienza possono rappresentare “questioni inevase”, che ostacolano la crescita personale e impediscono di comportarsi in modo idoneo nel presente. La terapia vuole portare in relazione il retroscena con il problema che si trova in primo piano nel momento presente, affinché possano venir integrati e studiati.
 
Al centro della terapia vi sono le percezioni attuali dei propri processi, i blocchi, e le esperienze fatte in prima persona del “Qui ed ora”. 
Le fondamentali vicende individuali ed esistenziali vengono ricostruite, rivissute e rielaborate. Lo scopo è quindi l’integrazione dei sentimenti, delle esperienze e delle percezioni. 
Il punto di partenza del lavoro è sempre il chiaro contatto fra l’io e il tu. La possibilità di guarigione dipende da una nuova esperienza con altre persone.
 
La terapia è orientata alla crescita e al mettere in evidenza le potenzialità positive delle persone.
I suddetti obbiettivi vengono raggiunti per esempio attraverso i dialoghi interiori fra i sentimenti di odio e amore oppure con i giochi di ruolo come quello della “sedia vuota”.
 
Una persona integrata può infine sviluppare una sana sensibilità verso se stessa e gli altri e può assumersi la responsabilità della sua crescita personale.




TERAPIA  SISTEMICA

La terapia sistemica nasce dai lavori con le famiglie negli Stati Uniti d’America. Questa viene poi validamente sviluppata soprattutto dalla Scuola di Milano (Sellini Palazzoni). 
 
L'approccio sistemico considera l'individuo come membro di un gruppo sociale, di solito la famiglia. Una famiglia funzionale è un sistema che fornisce ai suoi membri una rete di sostegno. Nella famiglia disfunzionale invece la libertà di scelta dei singoli membri è diminuita al punto da limitarli psicologicamente. 
 
Il modello sistemico permette al terapeuta di accedere liberamente all'utilizzazione delle intuizioni e delle tecniche di ogni scuola. Il terapeuta può disporre di qualsiasi tecnica, perché il modello sistemico non abbandona l'individuo. Tale modello riconosce tuttavia che l'individuo è in continuo dialogo con l'esterno, nel presente. Esso amplia l'approccio usando una struttura più complessa dei modelli lineari ma che, per questo motivo, è più coerente con la complessa realtà dell'esperienza umana. Il terapeuta sistemico, partecipando attivamente e intrusivamente alle transazioni interpersonali che compongono il sistema familiare, provocherà delle modificazioni del sistema stesso, sviluppando nuove capacità tra i membri della famiglia di scegliere modi alternativi di relazione. 




TERAPIA   STRATEGICA


Secondo J. Haley la terapia strategica non è una concezione o una teoria particolare, ma un nome per quei tipi di terapia in cui il terapeuta si assume la responsabilità di influenzare direttamente le persone. Negli anni cinquanta è iniziata la diffusione di una grande varietà di tecniche di terapia strategica. 
 
Si parla quindi di terapia strategica (in genere) quando il terapeuta mantiene l'iniziativa in tutto quello che si verifica nel corso della terapia ed elabora una tecnica particolare per ogni singolo problema. Quando un terapeuta e una persona con un problema si incontrano, entrambi contribuiscono a determinare la situazione che si sviluppa, ma nel corso delle terapia strategica, l'iniziativa è quasi sempre nelle mani del terapeuta che deve progettare gli interventi per raggiungere gli obiettivi concordati con il paziente, valutare le risposte che riceve per correggere il suo approccio e infine esaminare i risultati per vedere se la terapia ha avuto un buon esito. 
 
Per i terapeuti che praticarono l'ipnosi ciò è sempre stato implicito nell’attività; infatti per la natura stessa dell'ipnosi, l'ipnotista deve costantemente assumere l'iniziativa di quello che sta per accadere. L'influenza esercitata dall'ipnosi su tutte le forme di psicoterapia non è stata probabilmente ben valutata e, sempre secondo Haley, si può a ragione ritenere che la maggior parte degli approcci terapeutici abbia la sua origine proprio in quest'arte.
 
M. Erickson può essere ritenuto maestro e precursore della terapia strategica; per molto tempo è stato considerato il massimo esponente dell'ipnosi medica mondiale, dato che ha dedicato la sua vita alla ricerca sperimentale e all'uso dell' ipnosi nella terapia con una varietà pressoché infinita di tecniche. Quello che sembra meno noto è l'approccio strategico da lui elaborato per il trattamento di pazienti singoli, di coppie e di famiglie, senza ricorrere all'uso formale dell'ipnosi. Egli ha praticato un'attività psicoterapeutica molto intensa trattando ogni tipo di problema psicologico e prendendo in terapia famiglie in differenti fasi del loro ciclo vitale. Il suo stile terapeutico, anche quando non usa esplicitamente l'ipnosi, è così profondamente legato alla sua concezione dell'ipnosi, che qualsiasi cosa egli faccia sembra trarre origine da quest'arte. Ha introdotto nella psicoterapia una vastissima gamma di tecniche ed ha al tempo stesso prodotto un ampliamento di vedute tale, da permettere di considerare l'ipnosi, non più una sorte di rituale, bensì uno stile particolare di comunicazione.
 
La terapia strategica si è poi evoluta particolarmente nel modello del: 
CENTRO DI TERAPIA STRATEGICA EVOLUTA - AREZZO   >>>
sviluppata dal dott. G. Nardone. 




PSICOTERAPIA  TRANSPERSONALE


Attraverso le esperienze transpersonali le persone valicano i confini della loro identità personale e della loro visione del mondo.
Le frontiere dell’ IO e del NON-IO vengono abbattute. Spesso ed inaspettatamente la gente può avere esperienze di situazioni transpersonali, che si verificano per esempio in caso di fallimenti d’amore, incidenti stradali, schock da operazioni chirurgiche, o tramite il dolore derivante dalla perdita di persone amate.
 
Talvolta si diviene vittime della depressione, di malattie psicosomatiche o di episodi psicotici. 
Non viene vista nessuna possibilità di salvezza, e ci si può gravemente trovare coinvolti in disturbi cronici.  Nel processo della terapia transpersonale la persona impara che i suoi conflitti latenti sono una parte della personalità, e che devono essere integrate in una armonica totalità.
 
L’obbiettivo della terapia è l’integrazione della persona, la quale attraverso la volontà è in grado di coordinare le funzioni psicofisiche del suo organismo. 
Una persona che è libera da fissazioni e blocchi può agire in modo spontaneo, e sa come soddisfare i propri bisogni; inoltre può adoperare in modo sensato e costruttivo persino le energie negative. 
 
Nel corso della terapia vengono stabiliti alcuni obbiettivi quali per esempio gli atteggiamenti e le tendenze da sviluppare, di liberare la personalità dalla camicia di forza ed imparare quindi ad apprezzarla e conoscerla. 
Terapeuta e cliente vanno ognuno sulla propria strada, fino a divenire l’insegnante l’uno dell’altro.
 


PROGRAMMAZIONE   NEUROLINGUISTICA (PNL)
Non è un orientamento psicoterapeutico ma un modello ed un insieme di tecniche.


Richard Bandler e John Grinder ispirandosi alla terapia di Virginia Satir (terapia familiare), a Milton Erickson (ipnositerapia), e a Fritz Perls (terapia della Gestalt), con l’aggiunta di un qualcosa della psicanalisi e della bioenergetica, e combinando filosofia e tecniche già scientificamente provate alle loro, produssero negli anni '70 tecniche e modelli di trattamento, che erano considerati nell'ambito della psicoterapia molto utili e validi. 
 
La parola NEURO sta ad indicare la totalità delle percezioni interiori ed esteriori.
LINGUISTICA si riferisce all’illustrazione verbale del processo di percezione con la quale ogni persona costruisce il suo modello personale.
PROGRAMMAZIONE indica il processo di organizzazione delle percezioni e delle sensazioni.
 
La PNL si occupa mediante la struttura delle esperienze soggettive, di come una persona vede il mondo e come organizza le sue percezioni. 
La PNL non vuole essere una teoria; essa ha lo status di un modello basato sul criterio dell’utilità. Essa offre degli strumenti con i quali ognuno può organizzare le sue esperienze soggettive in modo sensato, con il fine di definire le proprie modalità comportamentali ed acquisire sicurezza.
 
I concetti principali del modello sono i seguenti:
-  ogni comportamento ha uno scopo positivo;
-  ogni persona ha tutte le capacità necessarie per raggiungere gli obbiettivi personali;
-  in ogni situazione problematica ci sono alternative.




TERAPIA  SESSUALE  MANSIONALE  INTEGRATA
Non è una psicoterapia in senso stretto ma una terapia specifica per le disfunzioni sessuali.


L'approccio ai disturbi sessuali si è sviluppato essenzialmente come tecnica comportamentale autonoma, man mano arricchitasi di contributi di altre discipline.
L’intervento terapeutico ha lo scopo preciso e definito che viene perseguito elaborando un'adeguata strategia. Lo scopo non è però solo la scomparsa della disfunzione sessuale ma anche il mantenimento del risultato raggiunto ed è definibile quindi come: "il minimo cambiamento stabile possibile". 
 
Al fine di rendere più stabili i cambiamenti ottenuti, è stato pertanto necessario integrare l'approccio mansionale con un modello che consenta d'intervenire sui contenuti emotivi e cognitivi. Perché la risoluzione del sintomo sessuale sia stabile, è necessario pertanto che cambino nella coppia i comportamenti, le emozioni, le convinzioni sulla sessualità, nonché che si modifichi l'interazione reciproca di questi elementi. Lo scopo sarà quindi definito nel suo aspetto comportamentale, cognitivo e relazionale e si elaborerà una strategia complessa per raggiungere queste mete.
 
Questa è una terapia sostanzialmente di coppia. Nelle sedute si analizzano le mansioni svolte e vengono fornite prescrizione di mansioni successive. La terapia si struttura in tre fasi che seguono l'ideale cammino dalla scoperta di sé alla scoperta della coppia. La durata prevista è di solito compresa fra i 4 e i 12 mesi, con sedute inizialmente settimanali. 
 
La terapia si articola sui temi principali della ricerca di un'intimità di coppia sempre maggiore, della costruzione di un rapporto di alleanza e cooperazione, all'esposizione graduale alle emozioni sessuali, e allo sviluppo dell'aspetto genitale della sessualità. Quest'ultimo tema caratterizza l'aspetto pedagogico della terapia. E’ infatti utile, più spesso di quanto non si supponga, fornire informazioni “tecniche” anatomo-fisiologiche, chiarimenti su comportamenti sessuali, seguendo una sorta di filo continuo che riconduca pregiudizi, paure e fantasmi su un piano di conoscenza e realtà. 
 
Seguendo questi temi, unitamente alla lettura sui tre livelli della disfunzione sessuale, si possono elaborare i percorsi terapeutici composti da mansioni che abbiano una loro coerenza e consentano quindi l’elaborazione di esperienze, in modo tale da fornire stimoli ristrutturanti sul piano cognitivo, comportamentale e relazionale.
 
Tutto ciò rappresenterà la base sicura da cui la coppia partirà per compiere esplorazioni sempre più lunghe e complesse nel mondo della propria sessualità. 



TECNICHE DI RILASSAMENTO E DI VISUALIZZAZIONE
Non sono psicoterapie ma modalità di induzione di stati di rilassamento muscolare e/o mentale.


Le tecniche di rilassamento aiutano a sciogliere la muscolatura, migliorano il processo dell'equilibrio, rinforzano l'intera concentrazione spirituale, contribuiscono ad eliminare fastidiosi pensieri ed a controllare efficacemente le abitudini. L'efficacia salutare del rilassamento è nota già da millenni. 
 
Il training autogeno ed il progressivo rilassamento muscolare sono in questo campo la procedura più conosciuta. Questa tecnica venne sviluppata da J.H. Schultz per un impiego clinico. Egli scoprì che è possibile influenzare la funzione organica autonoma attraverso l'autosuggestione ed il training cognitivo.
Formule suggestive favoriscono il rilassamento muscolare e l'irrorazione sanguigna. Attraverso specifici esercizi vengono controllati i processi vegetativi ed il training agisce come una sorta di scarica positiva per le funzioni organiche.
 
Il rilassamento progressivo muscolare venne applicato da J. Wolpe con lo scopo di influenzare gli stati di paura; infatti la paura è sempre collegata ad un difficile rilassamento muscolare. 
Negli esercizi vengono tesi uno dopo l'altro tutti i gruppi muscolari e poi velocemente rilassati.
Viene raggiunta una buona condizione di rilassamento fisico e spirituale, collegata ad un segnale esterno, che in avvenire verrà richiamato con una formula suggestiva, in modo da ottenere la condizione di rilassamento desiderata.
 
Il viaggio nel corpo di G. Alexander permette di esercitarsi ad essere coscienti delle rispettive sensazioni fisiche mediante esercizi come per esempio i "viaggi di fantasia attraverso il corpo" che rinforzano queste correlazioni. 
Viene prestata notevole attenzione alle sensazioni corporee, di modo che il loro afflusso comporti un aumento generalizzato del benessere fisico.
 
Ci sono innumerevoli altre tecniche di rilassamento e di visualizzazione. 
 
Con le tecniche di rilassamento si ottengono discreti risultati nel trattamento di problematiche quali lo stress, disturbi del sonno e lievi forme di paura. Possono anche mobilitare in breve tempo energie assopite, di modo che vengano utilizzate per scopi proficui .

 


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